Il
principale prodotto dell'agricoltura del "900
era il granoturco che richiedeva, durante tutto
l'arco del suo sviluppo, continui interventi a
causa delle erbe infestanti che ne minacciavano
la crescita. Le pannocchie, così come i cereali
in genere, una volta giunte a maturazione
venivano raccolte e lavorate. Ripulito, il
cereale era sistemato ed allargato nel granaio
dove veniva continuamente girato con grosse pale
di legno per evitare che si sviluppassero delle
muffe. Il granoturco veniva infine portato al
mulino per la macinatura e per la riduzione in
farina, usata quasi esclusivamente per preparare
la polenta.
Nella
camera matrimoniale il letto era in legno
o in ferro con il materasso chiamato "paion"
perchè all'interno di esso c'era la paglia o i "scortos"
cioè gli involucri delle pannocchie. Il
materasso aveva due larghe aperture in cui si
infilavano le braccia per smuovere ogni giorno i
"scorto". Con i scortos venivano lavorati a
treccia per produrre delle stupende borse,
sportes di scartos, da utilizzare
sopratutto in campagna.
Geatti Giovanni
Il
Pignarul ( falò) : A Colloredo di Prato, nel
giorno dell' Epifania è tradizione
accendere il Pignarul. Compito dei
conscritti è l'allestimento della catasta
realizzata quasi esclusivamente con cjanusses di
blave. Le nuove tecniche di raccolta
automatiche del granoturco hanno reso le
cjanusses sempre più rare, tanto da essere
spesso sostituite con legna o fascine.
Nella
scarna economia famigliare la polenta ricopre
una grande importanza nella dieta dei nostri
nonni
Una tazza di latte caldo, e alcune fette di
polenta e la cena era pronta. Ma la polenta da
sola non bastava ed ecco comparire la pellagra,
una malattia, causata da una alimentazione a
base di solo mais, che ha mietuto molte
vittime nelle campagne friulane nell’Ottocento.
La preparazione richiede un rituale che
non può cambiare. Ci deve essere il giusto
rapporto fa le dosi di acqua e di farina e sale,
il paiolo in cui si cuoce deve essere di
metallo, ideale il rame, che diffonda il calore
in maniera uniforme, per una cottura lenta e
omogenea, Il mestolo deve essere di legno e cosi
il tagliere su cui si versa a cottura ultimata.
C’è poi il rito del taglio che deve essere fatto
con filo bianco con cui prima di cominciare si
traccia una croce per benedire il cibo
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