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Colloredo di Prato 27 maggio 2006

Il scortosâ la blave

 
 

 
  Anni "60 Famiglia Buiat di  Bassi Aristide impegnati a scortosâ la blave. Da notare la cesta utilizzata per il trasporto delle pannocchie  sul   granaio  
 

Il principale prodotto dell'agricoltura del "900 era il granoturco che richiedeva, durante tutto l'arco del suo sviluppo, continui interventi a causa delle erbe infestanti che ne minacciavano la crescita. Le pannocchie, così come i cereali in genere, una volta giunte a maturazione venivano raccolte e lavorate. Ripulito, il cereale era sistemato ed allargato nel granaio dove veniva continuamente girato con grosse pale di legno per evitare che si sviluppassero delle muffe. Il granoturco veniva infine portato al mulino per la macinatura e per la riduzione in farina, usata quasi esclusivamente per preparare la polenta.

Nella camera matrimoniale  il letto era in legno o in ferro con il materasso chiamato "paion" perchè all'interno di esso c'era la paglia o i "scortos" cioè gli involucri delle pannocchie. Il materasso aveva due larghe aperture in cui si infilavano le braccia per smuovere ogni giorno i "scorto". Con i scortos venivano lavorati a treccia per produrre  delle stupende borse, sportes di scartos,  da utilizzare sopratutto in campagna.

Geatti Giovanni

Il Pignarul ( falò) : A Colloredo di Prato, nel giorno dell' Epifania  è tradizione accendere il  Pignarul. Compito dei conscritti è l'allestimento della catasta  realizzata quasi esclusivamente con cjanusses di blave. Le nuove tecniche  di raccolta automatiche del granoturco hanno reso le cjanusses sempre più rare, tanto da essere spesso sostituite con  legna o fascine.

Nella scarna economia famigliare  la polenta ricopre una grande importanza nella dieta dei nostri nonni

Una tazza di latte caldo, e alcune fette di polenta e la cena era pronta. Ma la polenta da sola non bastava ed ecco comparire la pellagra, una malattia, causata da una alimentazione a base di solo mais,  che ha mietuto molte vittime nelle campagne friulane nell’Ottocento. La  preparazione richiede un rituale che non può cambiare. Ci deve essere il giusto rapporto fa le dosi di acqua e di farina e sale, il paiolo in cui si cuoce deve essere di metallo, ideale il rame, che diffonda il calore in maniera uniforme, per una cottura lenta e omogenea, Il mestolo deve essere di legno e cosi il tagliere su cui si versa a cottura ultimata. C’è poi il rito del taglio che deve essere fatto con filo bianco con cui prima di cominciare si traccia una croce per benedire il cibo

 
     
 

 

 
 

 
 

Attrezzo molto usato per tagliare le cjanusses di blave

 



 
 

Il granoturco

     
 

 
 

La polenta

 
 




 

 
     
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