°home page

°indietro

Colloredo di Prato 27 maggio 2007

il purcitar

 
     
 

 
 

Mino  il purcitar

 
 

Nel paese il maiale veniva allevato nel "porcile": questo non era altro che una piccola e bassa costruzione di pietra, vicino al pollaio, al limitare del cortile.
Il maiale rappresentava un riferimento vitale per la sopravvivenza e l'economia della famiglia contadina.

Negli anni della Mezzadria (1900) di solito se ne allevava uno per il padrone del fondo, uno per la famiglia e un terzo per venderlo.
Molto curata era l'alimentazione del maiale: raccolta e utilizzo di tanti prodotti ortofrutticoli, patate, mele, barbabietole, resti di mensa, avanzi di cucina, sottoprodotti della molitura cerealicola, come la crusca, la farina di mais

Il porcile  e la specifica buca del letame si facevano sentire per i loro caratteristici odori anche se quotidianamente il porcile veniva ripulito e ricoperto di paglia al fine di asciugare il ruvido pavimento e impedire rovinosi scivoloni per il suino.

Il periodo canonico della uccisione, cade con la ricorrenza di S. Andrea (30 novembre).

Quando si uccideva il maiale nella casa contadina c'era aria di festa, ma anche emozione, specialmente per i bambini; per qualcuno era come se se ne andasse un amico. Il più triste di tutti era il povero maiale che sembrava avvertire la fine imminente.

Nel giorno fissato, le donne sull'aia facevano bollire dell'acqua in una grossa caldaia; gli uomini, intanto, preparavano il traliccio di pali al quale avrebbero appeso il corpo del maiale ucciso affinché potesse essere squartato più agevolmente.
Dal porcile veniva condotto fuori con forza il maiale, portato vicino al traliccio dove veniva ucciso con un lungo e acuminato coltello che il purcitar  gli piantava  nella gola.

Quando il corpo del maiale appariva completamente dissanguato veniva deposto su un fianco, sopra un piano di assito per essere pelato. Si versava sul corpo l'acqua bollente e raschiando con un coltello a lama larga si asportavano le setole, ripetendo l'operazione anche sull'altro fianco.

 Ora  si apriva il maiale  con un coltello tagliente procedendo alla asportazione dei vari organi e subito dopo si procedeva al la selezione delle carni secondo il tipo di commestibile da farsi.

Si preparavano i prosciutti,  la pancetta che venivano successivamente appesi in cantina a una trave; si macinava la carne precedentemente  selezionata e  speziata  con sale, pepe,cannella  e la si insaccava nelle budella preventivamente lavate per preparare le salsicce, i salami, i cotechini (muset) .

Il grasso (strutto) liquefatto sul fuoco e messo in appositi contenitori  e messo in cantina mentre i suoi residui venivano schiacciati con una morsa per ottenere i ciccioli.

 

 
     
 

 
 

Mino  il purcitar

 
     


 
 
 
 

il purcitar

 
 

l maiale rappresentava un riferimento vitale per la sopravvivenza e l'economia della famiglia contadina

Chel panin cul salam al veve un gust diviers dal solit…



 

 
     
Web designer antonutti: 2008 // -->