A Colloredo di Prato negli anni 1930_40
l'allevamento del baco da seta era molto diffuso
e
frammentato in piccole unità a dimensione
familiare.
Con la vendita dei bozzoli della
seta, in giugno, entravano in casa i primi soldi di quei anni, in contanti.
L'allevamento iniziava in primavera durante
tutto il periodo dello svezzamento la
famiglia contadina era sottoposta ad un
lavoro intenso:
l'allevamento dei bachi richiedeva attenzioni e
cure assidue. Normalmente i bachi venivano
sistemati in soffitta su intelaiature costruite in legno.
Le piccole
larve erano nutrite con le foglie del gelso.
Reperire le foglie del gelso non era un problema
perché l'albero era molto diffuso e
si trovava lungo i filari delle viti, lungo i
sentieri dei campi, lungo le rive dei fossi,
attorno alle case.
Al termine
del suo ciclo il baco cominciava la filatura, per
permettere questo veniva creato un bosco fatto
di fili di paglia. Dopo due giorni di
filatura il baco da seta terminava la costruzione
del bozzolo. Quando
i bozzoli raggiungevano una buona compattezza e
durezza, venivano staccati dalla paglia e messi
in ceste per essere portati ai centri di
raccolta per la vendita . Con l'introduzione delle
fibre sintetiche anni "60 l'attività
dell'allevamento del baco da seta venne
abbandonata.
Nel
territorio del comune di Pasian di Prato sono
ancora presenti molti esemplari secolari di
questo stupendo albero che in passato è stato
utile anche per integrare la povera
alimentazione contadina, grazie all'uso dei
suoi frutti (more), e usato dai nostri nonni e
bisnonni per segnare i confini degli
appezzamenti coltivati. |