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A Colloredo
"in te place dai vedrans in Samaòn" era noto con
il soprannome di "Tagal" e come "Jacum dai geis",
in ogni paese ne aveva uno.!
A Bressa di
Campoformido (sua meta preferita) era noto come
"il Poeta": a Trieste come
"Sceriffo",
all'Università lo soprannominavano "Marziale",
(famoso poeta latino) a San Daniele lo
chiamavano "Starace" e credo che altri nomignoli
avesse in altre contrade del nostro Friuli.
Gino Del
Forno, ovvero
"Carneade"
di Colloredo chi era costui?
Quelli della
mia età e quelli più vecchi ricordano con sim
patia questo personaggio bizzarro, strano, acuto
osservatore sempre pronto alla battuta satirica
e mordace.
Gino Del
Fomo, classe 1936, era l'ultimo nato di una
delle tante famiglie di Colloredo; cresciuto in
un cortile come si usava trenta, quarant' anni
fa, pieno di ragazzi dediti a tutti i giochi ed
invenzioni create da una fantasia che non poteva
permetterci il lusso di contemplare un
giocattolo, oggetto raro e sconosciuto ai più o
guardare incantato un televisore che non
esisteva e che non era neppure ipotizzabile. Mi
ricordo in quegli anni si credeva ancora, nella
fantasia di noi bambini, che dentro le radio ci
fossero omini piccoli piccoli che vivevano ap-
punto nell'apparecchio.
Gino era
cresciuto così! La sua fantasia era eccellente
anche da piccolo e gli permetteva di crescere il
"leader" di un gruppo di ragazzi che crescevano
con lui.
La morte del
padre e le condizioni economiche non gli hanno
permesso di crescere nel lusso, e la
bicicletta sgangherata era diventata, dopo
accurate riparazioni del fratello Cesco, il "non
plus ultra" della comodità.
I1 giovane Gino pigiava sui pedali con la
tenacia di Bartali mentre lui tifava per Coppi e
si cimentava con i coetanei in lunghe gite anche
al di fuori della Provincia.
Ricordo con
piacere un giorno di bora a Trieste ed un
vociare di ragazzi e ragazze che annunciavano:
"arriva Marzial, arriva Marzial: oggi si ride! "
e chi vedo spuntare sulla sua bicicletta che
pareva più un oggetto da museo che un mezzo
mobile? "El Tagal". Un giovane smilzo, con le
orecchie a sventola ai lati di una chioma irta
come gli aculei di un istrice ma con due occhi
celesti, profondi e vivaci che suscitavano
interesse e allegria. Si dilettava di poesia per
lo più a carattere carnevalesco, con risvolti
focosi, passionali, che mettevano a nudo le
carat-enstiche di alcuni personaggi del paese.
Non era
per burla, erano sottili osservazioni, analisi
di comportamento espressi magari in tono
graffiante ed ironico, ma fondamentalmente veri
ed è forse per questo che si era fatta qualche
inimicizia (ovviamente erano i personaggi presi
di mira). Gino era uno spirito effervescente, si
autosuggestionava nella recita dei suoi carmi,
se il pubblico lo gradiva, e per questo
sceglieva la gente semplice e sincera, e con
essi passava ore e ore risultando il vero
mattatore dell'incontro.
Eccelleva
soprattutto per la arguzia di alcune definizioni
e per alcune elucubrazioni men- tali
dall'italiano al friulano di alcuni termini.
Aveva poi
un'attitudine particolare per le lingue
straniere: si diceva ne conoscesse parecchie e
soprattutto pare avesse una spiccata capacità di
memorizzare lo stesso termine in lingue diverse.
Ma questo
era Gino? Forse no! Io credo che tutti noi lo
abbiamo conosciuto per ciò che appariva o meglio
per ciò che voleva apparisce di lui: un
personaggio stravagante, insolito,
imprevedibile.
A distanza
di tempo dalla sua morte abbiamo capito che in
realtà non era così. Era un amante della natura
nelle sue espressioni di pace, di tranquil-
lità, di
gioia. Era una persona profondamente triste e
solitaria, bisognosa di affetto e comprensione,
che affogava la sua solitudine nei canti di un
grillo, nei petali di una rosa.
Sono
passati quasi vent’anni dalla sua morte, ma il
ricordo è
vivo
in chi lo ha conosciuto.
<
Non sarebbe
il caso di raccogliere un libro, quello che ha
scritto e quello che qualcuno ancora a memoria
ricorda. Le
poesie
Renzo
Peressoni
Tratto dal
libretto
Colloredo di
Prato 1985
Nel 2003
merito del sig Zuliani Vittorino e della Pro
Loco di Colloredo di Prato tutto questo è stato
realizzato.
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