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Colloredo di Prato 27 maggio 2007

"Tagal"

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Gino Del Forno

 
 

A Colloredo "in te place dai vedrans in Samaòn" era noto con il soprannome di "Tagal" e come "Jacum dai geis", in ogni paese ne aveva uno.!

A Bressa di Campoformido (sua meta preferita) era noto come "il Poeta": a Trieste come

"Sceriffo", all'Università lo soprannominavano  "Marziale", (famoso poeta latino) a San Daniele lo chiamavano "Starace" e credo che altri nomignoli avesse in altre contrade del nostro Friuli.

Gino Del Forno, ovvero

"Carneade" di Colloredo chi era costui?

Quelli della mia età e quelli più vecchi ricordano con sim patia questo personaggio bizzarro, strano, acuto osservatore sempre pronto alla battuta satirica e mordace.

Gino Del Fomo, classe 1936, era l'ultimo nato di una delle tante famiglie di Colloredo; cresciuto in un cortile come si usava trenta, quarant' anni fa, pieno di ragazzi dediti a tutti i giochi ed invenzioni create da una fantasia che non poteva permetterci il lusso di contemplare un giocattolo, oggetto raro e sconosciuto ai più o guardare incantato un televisore che non esisteva e che non era neppure ipotizzabile. Mi ricordo in quegli anni si credeva ancora, nella fantasia di noi bambini, che dentro le radio ci fossero omini piccoli piccoli che vivevano ap-  punto nell'apparecchio.

 Gino era cresciuto  così!  La sua fantasia era eccellente anche da piccolo e gli permetteva di crescere il "leader" di un gruppo di ragazzi che crescevano con lui.

La morte del padre e le condizioni economiche non gli hanno permesso di  crescere  nel lusso, e  la  bicicletta  sgangherata era diventata,  dopo accurate riparazioni del fratello Cesco, il "non plus ultra" della comodità.

 I1 giovane Gino pigiava  sui pedali con la tenacia di Bartali mentre lui tifava per Coppi e si cimentava con i coetanei in lunghe gite anche al di fuori della Provincia.

Ricordo  con piacere un giorno di bora a Trieste ed un vociare di ragazzi e ragazze che annunciavano: "arriva Marzial, arriva Marzial: oggi si ride! " e chi vedo spuntare sulla sua bicicletta che pareva più un oggetto da museo che un mezzo mobile? "El Tagal". Un giovane smilzo, con le orecchie a sventola ai lati di una chioma irta come gli aculei di un istrice ma con due occhi celesti,  profondi e vivaci che suscitavano interesse e allegria. Si dilettava di poesia per lo più a carattere carnevalesco, con risvolti focosi, passionali, che mettevano a nudo le carat-enstiche di alcuni personaggi  del paese.

Non  era  per  burla, erano sottili osservazioni, analisi di comportamento espressi magari in tono graffiante ed ironico, ma fondamentalmente veri ed è forse per questo che si era fatta qualche inimicizia (ovviamente erano i personaggi presi di mira). Gino era uno spirito effervescente, si autosuggestionava nella recita dei suoi carmi, se il pubblico lo gradiva, e per questo sceglieva la gente semplice e sincera, e con essi passava ore e ore risultando il vero mattatore dell'incontro.

Eccelleva soprattutto per la arguzia di alcune definizioni e per alcune elucubrazioni men-  tali dall'italiano al friulano di alcuni termini.

 Aveva poi un'attitudine particolare per le lingue straniere: si diceva ne conoscesse parecchie e soprattutto pare avesse una spiccata capacità di memorizzare lo stesso termine in lingue diverse.

Ma questo era Gino? Forse no! Io credo che tutti noi lo abbiamo conosciuto per ciò che appariva o meglio per ciò che voleva apparisce di lui: un personaggio stravagante, insolito, imprevedibile.

A distanza di tempo dalla sua morte abbiamo capito che in realtà non era così. Era un amante della natura nelle sue espressioni di pace, di tranquil-

lità, di gioia. Era una persona profondamente triste e solitaria, bisognosa di affetto e comprensione, che affogava la sua solitudine nei canti di un grillo, nei petali di una rosa.

Sono passati  quasi vent’anni dalla sua morte, ma il ricordo è vivo in chi lo ha conosciuto.

< Non sarebbe il caso di raccogliere un libro, quello che ha scritto e  quello che qualcuno ancora a memoria ricorda. Le poesie

Renzo Peressoni

Tratto dal libretto

Colloredo di Prato 1985

 

Nel 2003 merito del sig  Zuliani Vittorino e della Pro Loco di Colloredo di Prato tutto questo è stato realizzato.

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Gino Del Forno

 

 





 
 

 

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