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Osterie da Alma |
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Alme |
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In Friuli grazie
all’attenzione di un comitato sorto
spontaneamente negli anni ’80, rimane vivo e
attivo un circuito di antiche osterie, luoghi di
convivialità non d’apparenza o d’etichetta, ma
di carattere e calore. Molto vino buono, le
carte da gioco e, in alcune, cibi genuini. Il
Comitato Friulano Difesa Osterie con una festosa
cerimonia attribuisce una targa a quei locali
che assicurano il rispetto delle tradizioni e,
soprattutto, la bontà del “tajut”. |
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Blessano :
osterie da Alme |
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Una mattina sono
entrati due finanzieri (canarìns,
come li chiama lei). Un'occhiata
frettolosa, poi la domanda di
prassi: l'esibizione degli
scontrini fiscali. Lei ne
consegna due. Il primo lo ha
battuto alle 9,25 (un "rosso" a
Gusto); il secondo alle 9.45 (un
bicchiere a Turo). Fine. Ma sono
in grado - aggiunge l'arzilla
vecchina - di dirvi nomi e
cognomi di quelli che
arriveranno fino alle 12. E
anche quelli del pomeriggio. I
finanzieri insistono e le
chiedono quanti tipi di birra
ha. «Perché, ce ne sono di altre
oltre alla Moretti?» Whisky?
«Per carità di Dio»! Amari? «Il
Fernet Milano, ma nessuno lo
chiede, la bottiglia avrà 15
anni». Uno sguardo frettoloso al
bancone spoglio («Era qui già ai
tempi di mio nonno») un attimo
di indugio, poi il finanziere
più giovane le si avvicina e le
dice: «Ma scusi, come fa a
tirare avanti». Replica da
manuale filosofico. «Cu la salût»
(«Con la salute»). Arrivederci e
grazie... Benvenuti dove il
tempo si è fermato: osteria "Da
Alme", nel cuore di Blessano. Vi
si accede da una porta più che
centenaria. Sopra alcune lettere
facili da ricomporre "Vendita
vino e liquori". C'è pure
l'insegna dei tabacchi perché
Alma D'Agostini, classe 1923, ne
tiene qualche pacchetto per i
suoi affezionati clienti:
pensionati e anziani che si
bevono il tajut e giocano a
carte in una delle tre stanze
dell'osteria-museo, quella
accanto al caminetto che ogni
anno lei accende rigorosamente
il giorno dei Santi, calcando
pavimenti dell'altro secolo. Ma
del vino dietro il banco neppure
l'ombra. Ci sono soltanto un
paio di bottiglie di Grappa
Buiese, alcune foto ricordo, due
zucche, qualche amennicolo,
alcuni vecchi "misurini" per
l'olio. Il crocifisso. Neppure
la macchina del caffè («Tant i
miei cliens no lu bevaressin»;
«Tanto i miei clienti non lo
berrebbero»). Alme parla
soltanto in friulano. Spiega che
il vino lo tiene in cantina, che
per accedervi ci sono 10 gradini
da capogiro, che lei cammina
piano e si fa aiutare dal
bastone, ma che facendo
quell'esercizio più volte al
giorno evita di dover spendere
soldi in palestra o dal
fisiatra. Scende, mesce la
quantità necessaria. Risale. Un
bicchiere costa 50 centesimi;
vino di cantina blasonata. I
suoi clienti ne possono bere un
paio. Di più - dice - fa male. O
così o cambiare osteria. E' lì
da quando è nata. Ha fatto le
elementari. Aiutava i suoi, si è
affezionata a quel lavoro, non
si è sposata («O soi le regine
des vedranes», «Sono la regina
delle zittelle»), poi i suoi
sono mancati e da diversi lustri
gestisce da sola l'osteria. Si
alza presto, ma apre l'osteria
soltanto verso le 9. Alle 12
chiude e riapre il pomeriggio
verso le 16. Alle 20 tutti a
casa. Niente tv. Niente
telefono. Ascolta la radio,
però: le trasmissioni in
friulano e i notiziari. Mangia
da sua sorella che vive nella
corte interna, el curtîl di
Bucin. C'è pure una canzoncina
che intona orgogliosa: «Anin
anin culì visin, te ostarie di
Bucìn che nol è rimedi al nestri
mâl sol che di bevi»; «Andiamo
andiamo là vicino nell'osteria
di Bucìn che non c'è rimedio al
nostro malessere e allora
beviamo»). Si siede, sorride, e
si schernisce: Mi son restâs pôs
dincj» («Mi sono rimasti pochi
denti»). Una volta si cantava
tanto. Tutti cantavano,
aggiunge. Adesso nessuna zufola,
nessuno canta. I rumori li fanno
le automobili e la gente è
sempre di fretta. Tiene chiuso
il venerdì. Le ferie? («Ce
sono»? «Cosa sono?» ). Ha fatto
due viaggi nella sua vita. La
prima volta a Trieste per
testimoniare contro alcuni
zingari; l'altra ad Arta ad
accompagnare una parente.
vai filmato
tratto dal Blog
di
Aldo Rossi
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Enzo Driussi
presidente comitato Friulano difese osterie |
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