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Colloredo di Prato 04 luglio 2008

Don Nicola Degano

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Don Nicola Degano ordinato  sacerdote il 29 giugno 2008 assieme ad altri 9 sacerdoti friulani: L'ordinazione , presieduta dall'arcivescovo monsignor Pietro Brollo è avvenuta nella Cattedrale di Udine.

 
     
 

Diventare preti non è eroismo»

Parlano i giovani che saranno sacerdoti: «A disposizione ogni volta che il campanello suona»

articolo tratto dal Gazzettino

Strade diverse, ma la stessa meta: il sacerdozio. Da spendersi nelle relazioni, a costo di lasciar indietro piani pastorali e burocrazie che pur incombono nelle canoniche. Vocazioni in cui un peso determinante l'ha avuto il "contagio" della testimonianza di persone che, nella loro quotidianità, raccontavano di una vita piena e realizzata.Sono i tratti caratterizzanti le storie dei giovani friulani che saranno consacrati preti in giugno. Domenica 29, in cattedrale a Udine, monsignor Pietro Brollo, presiederà il rito solenne in cui prenderanno l'ordine tre chierici del Seminario interdiocesano di Castellerio, destinati a rimanere in diocesi, e sei salesiani (di cui uno originario di Vergnacco). Una settimana prima, il 21 giugno, a Roma diventerà prete un altro friulano di Tricesimo, appartenente alla Fraternità sacerdotale dei missionari di San Carlo Borromeo.

Per Paolo Budai, 40 anni, della parrocchia udinese delle Grazie e ora in servizio a Mortegliano, la strada è iniziata molti anni fa quando, incontratosi con l'arcivescovo di allora, mons. Alfredo Battisti, questi gli disse: «Hai bisogno di farti leggere nel cuore. Ti mando per una settimana a Castelmonte». Lì, la frequentazione dei frati cappuccini fino a diventare uno di loro e poi la decisione di essere prete. Perché? «Cristo al centro della propria vita è libertà e serenità - risponde - e la fede è come un bel paio d'occhiali, con cui riesci a mettere a fuoco e affrontare le questioni della vita con speranza». È per questo che si augura che i "giovani siano avvinti dal Vangelo e dalla Chiesa, qualunque sia il progetto per cui si spenderanno".

Oscar Pinaffo, il venticinquenne di Rualis di Cividale ora attivo a Gemona, vuole essere il prete "che fa sentire le persone a casa propria. Come lo è stato per me quando frequentavo don Mario e la mia parrocchia". Nei suoi progetti, piuttosto che programmi, il desiderio "di far percepire la nostalgia di Dio, toccando il cuore delle persone e 'colorando' la Chiesa di accoglienza. Come diceva Escrivà de Balaguer, mi sono fatto prete perché Cristo è la persona più bella che ho incontrato. Spero anch'io di farlo capire a qualcuno".

Una laurea in Economia e commercio, un percorso professionale promettente e poi la scelta di dedicarsi ad una vita dove "entrate, uscite e indici di redditività" non li applicherà come li ha studiati. Ma per Nicola Degano, 32 di Pasian di Prato e attivo nella parrocchia di San Marco in Chiavris, non c'è stato verso, la sua serenità l'ha trovata entrando in seminario, "per spendersi per qualcosa che valeva la pena. Quasi una questione affettiva, la volontà di far capire anche agli altri quanto il Signore ti vuole bene e non ti abbandona, nonostante lo si possa pensare". Non lo preoccupa di essere prete in un'epoca in cui le chiese non sono gremite e i parroci sono oberati dalle contingenze : «È uno stimolo ulteriore ad andare incontro con maggior freschezza ai veri bisogni della gente, che oggi chiede innanzitutto di essere ascoltata». Questione di priorità: «Prima le relazioni, nell'assoluta gratuità. A disposizione ogni volta che il campanello suona».

È friulano anche uno dei sei salesiani che saranno consacrati in cattedrale a Udine. Luca Della Bianca è nato e cresciuto ad Adegliacco e la sua chiamata è maturata nel mentre frequentava il gruppo scout che ha sede al Bearzi. Si è irrobustita a contatto con il movimento "Rinnovamento dello spirito" e si è definitivamente consolidata nel percorso formativo salesiano.

Il volto di sacerdoti friulani, quelli di don Carlo Gervasi e don Cesare Scarbolo, la "causa" dell'ordinazione di Stefano Don, originario di Tricesimo, che diventerà prete a Roma e dirà la sua prima messa a Tricesimo il 29 giugno. Una laurea in ingegneria meccanica a Milano, un'esperienza affettiva importante e poi la scelta del sacerdozio "non perché qualcosa fosse andato storto, ma per il desiderio di diventare come quei sacerdoti che avevo incontrato" e far crescere la passione per la Chiesa che il nonno e la mamma prima e poi Cl gli avevano trasmesso. Quando se ne andò dalla Pittini, dove lavorava dai sei mesi, il cavaliere salutandolo gli disse: «Un gesto eroico il suo ha tutta la nostra stima». Per Stefano, però, la convinzione che non vi è nulla di eroico: «Non c'è nulla da aver paura - afferma - Cristo non toglie nulla e dà tutto».

Antonella Lanfrit

 

 
     
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